La musica perduta del teatro

FloReMus 2023
Rinascimento Musicale a Firenze

Dall’antichità alle corti padane del Rinascimento, a cura di Gianni Guastella
Sin dall’antichità classica la musica e la danza sono stati elementi fondamentali nelle rappresentazioni teatrali. Ma l’impossibilità di registrarle, rendendole ripetibili, ha comportato la loro esclusione dal processo di tradizione. Questo meccanismo selettivo della tradizione ci ha consegnato solo testi verbali, sulla base dei quali si tenta, con grandi difficoltà, di immaginare quale dovesse essere l’atmosfera sonora in cui i grandi classici della tragedia e della commedia sono stati presentati al pubblico, in Grecia e a Roma. Ma la condanna all’oblio della componente musicale è continuata a lungo. Anche quando, fra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, a Ferrara e poi negli altri centri padani si riproposero i testi classici in traduzione a un pubblico cortigiano, la musica e la danza erano elementi cruciali della rappresentazione: sicuramente i più apprezzati dagli spettatori. Le prime forme di recitazione delle commedie di Plauto e Terenzio tradotte in volgare furono forse interamente cantate, come lasciano capire varie testimonianze dell’epoca.