Ferdinando

Uno spettacolo barocco e visionario, attraversato però da una sensibilità e ambiguità tutta contemporanea.

Dopo aver portato in scena Le cinque rose di Jennifer e L’ereditiera, il regista Arturo Cirillo torna ad indagare la scrittura di Annibale Ruccello con Ferdinando, un testo che racconta in un napoletano magmatico e viscerale il desiderio per un inafferrabile adolescente nato da un inconsolabile bisogno d’amore nella mente di personaggi disperati, prigionieri della propria solitudine, esacerbati dall’abitudine. Il tramonto dell’epoca borbonica nella Napoli del 1870 è lo sfondo storico della storia che si svolge in un interno tra quattro personaggi: la baronessa Donna Clotilde, borbonica ammalatasi di disprezzo per l’Italia piccolo-borghese nata dalla recente unificazione, sua cugina zitella Gesualda, il gelido e corrotto prete peccatore Don Catellino e lo statuario nipote Ferdinando, sedicenne dalla bellezza efebica che torna a casa gettando scompiglio sugli ambigui rapporti di opportunismo, seduzioni, passioni sopite, rancori e solitudini che vi si annidano.