LIFE ON MARS?

In occasione della “Settimana della Scienza” a Firenze dal 22 al 28 settembre che culminerà il 26 settembre con la BRIGHT-NIGHT la Notte Europea di Ricercatori, abbiamo parlato con la dottoressa Teresa Fornaro ricercatrice di Arcetri coinvolta nella ricerca di possibile vita su Marte
Di recente il rover Perseverance ha trovato delle possibili evidenze di tracce di vita microbica fossilizzata su Marte. Le rocce nelle quali sono stati rinvenuti questi campioni sono state scoperte l’anno scorso. Che tipo di analisi hanno svolto gli astrobiologi per determinare che si possa trattare di una biofirma?
Effettivamente la scoperta di queste rocce risale al 2024, ma ciò che è saltato subito all’occhio è stata la presenza di alcune macchie più chiare rispetto alla matrice più scura (le abbiamo chiamate informalmente ‘macchie di leopardo’).
Questo tipo di rocce, almeno qui sulla Terra, si originano da processi biologici. Gli strumenti di Perseverance hanno determinato che queste rocce sedimentarie sono intrise di molecole organiche, il che ha perfettamente senso poiché la regione un tempo era un antico letto di un fiume in cui eventuali microrganismi avrebbero lasciato una firma biologica.
Per quanto riguarda le tempistiche, i dati del rover sono sempre di difficile interpretazione perché opera su un altro pianeta, il che spiega il tempo di un anno per determinare e confermare le informazioni provenienti da Perseverance su questi campioni.
Non è comunque la prima volta che Marte dà evidenza di una possibile vita passata, basti pensare che miliardi di anni fa vi era acqua liquida sulla superficie, quante possibilità ci sono che questi campioni appartengano effettivamente ad antiche forme di vita?
Ci sono vari elementi che suggeriscono che i campioni analizzati possano essere una possibile biofirma, come: i minerali, le molecole e anche il luogo del ritrovamento. Questa è una scoperta unica nel suo genere. Perseverance, a differenza del rover Curiosity, che tramite il calore volatilizza, ma degrada anche le molecole organiche, rendendo impossibile determinare quale fosse la molecola prima dell’alterazione, è dotato di strumenti capaci di mappare le molecole.
L’Istituto di Arcetri che contributo ha dato a questa scoperta?
Prima che Perseverance atterrasse su Marte nel 2020, io fui selezionata dalla NASA insieme ad un team per partecipare e collaborare alle analisi dei dati provenienti dal rover. Inoltre qui ad Arcetri abbiamo un laboratorio di astrobiologia per simulare le condizioni del pianeta rosso e come i batteri e campioni reagiscono a questi ambienti ricostruiti in vitro.
Se si trattasse di effettivi batteri fossilizzati, come cambierebbe la nostra società e la nostra comprensione del cosmo?
Non vi è ombra di dubbio che il modo in cui ci percepiamo come civiltà e la nostra conoscenza sull’universo avrebbero un cambiamento radicale e molte domande filosofiche che gli uomini si pongono da secoli potrebbero trovare una risposta, anche in merito all’unicità della Terra.
Ivan Puliti