Al centro della scena c’è il corpo, quello reale, vulnerabile e desiderante, che diventa atto politico e spazio di trasformazione. Due artiste-performer disegnano dal vivo corpi femminili mentre, attraverso il gesto e la parola, mettono in discussione gli stereotipi e le dinamiche di potere che storicamente lo hanno imprigionato.
Il corpo della donna, terreno simbolico della società contemporanea, si libera dai cliché e si riappropria della propria immagine, lontano dalle narrazioni patinate. Il disegno si intreccia con un testo incisivo, che invita a riflettere sulle relazioni di potere incarnate nei gesti, negli oggetti, nei comportamenti. Un’azione scenica potente che propone un altro sguardo sull’umano.