Estate 1943, in una borgata di collina la guerra arriva come un temporale: improvvisa, violenta, ma non solo distruttiva. Una famiglia affronta i propri piccoli e grandi sconvolgimenti mentre dieci soldati tedeschi si avvicinano. Tiglio, padre irrigidito dal dolore e dal lavoro, fatica a mostrare affetto ai figli; Renzo ed Enrico, giovani e impulsivi, inseguono ideali assoluti; Sole, unica figlia, vive nel timore di superare i confini del suo ruolo.

Intorno a loro, il paese è attraversato da voci: il Duce è caduto. E nel mezzo del caos, gesti minimi e quotidiani – un ragazzo con una pratolina, una donna che canta, un capitano tedesco gentile – diventano simboli di resistenza umana.

Il temporale, qui, è metafora: arriva e travolge, ma lascia anche spazio alla rinascita. Come quella pratolina, sul davanzale, che continua a crescere nonostante tutto.