Raoul Bova porta in scena due storie vere di resistenza e speranza, quelle di Alfred Nakache, campione di nuoto ebreo sopravvissuto ad Auschwitz, e Viktor Frankl, psichiatra che visse l’internamento e ne fece una riflessione profonda sul senso della vita. Nakache continuò ad allenarsi anche nel campo, sfidando gelo e fame, fino a tornare a gareggiare alle Olimpiadi. Frankl, dopo la liberazione, scrisse del modo in cui dare senso alla sofferenza può salvare. Due percorsi paralleli, uniti dalla forza della memoria, che parlano al presente con lucidità e umanità.
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