I PROMESSI SPOSI Questo spettacolo non s’ha da fare

Manzoni – non a caso conoscitore di Shakespeare e di Moliere – ha nascosto nel suo monumentale romanzo storico I Promessi Sposi due deliziose commedie. La prima è la commedia della gente semplice, quasi una “commedia dell’arte” in cui due umili innamorati cercano tra mille peripezie di fare la cosa per loro più naturale: sposarsi. La seconda è la commedia delle umane passioni, una commedia filosofica, dove un’intera umanità di umili e di signori, di buoni e di cattivi, di galantuomini che aspirano a far del bene senza riuscirci e di malvagi che s’ingegnano a far del male senza riuscirci, arranca, tra gli accidenti della Storia, verso un approdo dove solo un occhio esterno ed imperscrutabile – la Provvidenza? il Caso? – distribuisce premi e punizioni. Una fresca compagine di giovani attori cerca adesso di scrollar via un po’ di timorosa soggezione dalle pagine di questo meraviglioso affresco storico e di riproporlo, con rispetto ed ammirazione, in una spigliata riduzione teatrale all’insegna di una delle più originali ma spesso ignorate peculiarità del capolavoro manzoniano: l’ironia.