BOTTA E RISPOSTA con il professor Andrea Lippi

Preside  della Scuola di Scienze Politiche di Firenze

La Scuola di Scienze Politiche Cesare Alfieri compie 150 anni, ha una lunga tradizione e da qui sono passati Sandro Pertini, Carlo Rosselli e Gaetano Salvemini, Giovanni Spadolini, Giovanni Sartori. Ci saranno eventi speciali per i festeggiamenti?

La facoltà di Scienze Politiche di Firenze e quella di Parigi sono le più antiche università europee che trattano di questa materia. Sono state fondate lo stesso anno, nel 1875. Ma in particolare quella di Firenze, per quasi un secolo, è stata l’unica scuola di scienze politiche in Italia e  ha saputo adattarsi al mondo e alle sfide nel corso di questi 150 anni. Sono onorato di dirigere l’università durante questa pietra miliare, perché è un punto di snodo tra passato e futuro. Per l’occasione c’è un folto calendario di eventi per celebrare questo importante anniversario, alcuni saranno esclusivi per gli studenti e i professori, e altri invece saranno aperti alla cittadinanza. Come la creazione della Foresta Cesare Alfieri, progetto in collaborazione con Treedom per piantare 150 alberi, uno per ogni anno di storia. Al raggiungimento dell’obiettivo di raccolta-fondi, gli alberi saranno fisicamente piantumati in una zona dedicata del pianeta.

Negli ultimi anni in Italia dilaga un grande disinteresse per la politica, la facoltà di Scienze Politiche, con eventi mirati di sensibilizzazione, potrebbe invertire questo trend?

Attualmente l’università gode di ottima salute poiché le iscrizioni sono tante. L’interesse verso la politica non è diminuito, bensì cambiato. I laureati in Scienze politiche sono cercati e apprezzati, soprattuto per la loro flessibilità e competenze sul relazionarsi col mondo e la capacità di adattarsi ad una moltitudine di situazioni. (Ivan Puliti)