
BOTTA E RISPOSTA CON CIRA SANTORO
Direttrice artistica de La Città del Teatro di Cascina
La stagione è sempre più eterogenea, esiste un fil rouge che unisce gli spettacoli?
Assolutamente sì. Il filo rosso è il teatro come spazio di indagine civile e umana. Ogni spettacolo cerca di interrogare il nostro tempo, affrontando temi urgenti come i confini, la giustizia sociale, la memoria e le periferie esistenziali. La diversità di linguaggi, inoltre, è funzionale a raccontare la complessità del mondo contemporaneo e a offrire, allo spettatore, anche degli spazi di leggerezza.
Oltre a nomi affermati, in calendario ci sono anche nuovi volti della drammaturgia contemporanea.
Sì, crediamo che l’equilibrio tra artisti affermati e emergenti sia vitale. I nuovi autori portano energie fresche, linguaggi innovativi e uno sguardo indisciplinato sul presente, essenziale per rinnovare il teatro e parlare al pubblico di oggi. Investire su di loro significa investire sul futuro della cultura.
Tre titoli da non perdere.
Direi tutti, ma poiché bisogna scegliere, segnalo gli spettacoli in doppia replica Extra Moenia, di Emma Dante: un lavoro potente sulla comunità e l’esilio, che come sempre sfida le convenzioni teatrali.
A place of safety di Kepler 452: un’inchiesta teatrale sul dramma del Mediterraneo, scritta e diretta da Enrico Baraldi e Nicola Borghesi vincitori del Premio Le Maschere del Teatro 2025 come Migliori autori. Morte accidentale di un anarchico di Dario Fo, ripreso nel centenario della nascita del grande drammaturgo con un irresistibile Lodo Guenzi nei panni del Matto. ART di Yasmina Reza con Michele Riondino, uno dei testi della drammaturgia francese contemporanea più rappresentati al mondo, che vede “il giovane Montalbano” alla prova della regia teatrale oltre che nei panni di attore.