Gabriele Lavia torna su Shakespeare con un Re Lear denso di passioni, tradimenti e fragilità umane, mettendo in scena il crollo di un sovrano che sceglie di spogliarsi del potere per tornare a essere solo un padre. Ma rinunciare al trono significa anche rinunciare a sé stessi. A distanza di oltre cinquant’anni dal Lear di Strehler, in cui era Edgar, Lavia affronta il ruolo da protagonista in una rilettura “composita, tra ragione e follia”. Il suo Lear dice no alla domanda amletica “Essere o non essere”, scegliendo di non essere più Re, e quindi di non essere più nulla. Una riflessione amara sulla perdita d’identità, sull’eredità e sul potere, vista attraverso lo sguardo di un uomo che, privato della sua ombra regale, rimane solo con la propria umanità.



