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con Andrea Buscemi

Lo spettacolo ispirato a “Memorie del sottosuolo” di Dostoevskij riprende le tensioni esistenziali del romanzo, ponendo al centro la figura di un uomo tormentato, lucido, incapace di agire. Un personaggio che rifiuta l’ottimismo del positivismo e smaschera la fragilità dell’idea di progresso: l’uomo, sostiene, non è guidato dalla ragione ma da una volontà contraria, capace persino di rinunciare al proprio interesse per affermarsi. Diviso in due parti, lo spettacolo riflette sul rifiuto della società e sull’accidia esistenziale, fino al racconto dell’incontro con Liza, giovane prostituta illusa e poi umiliata. Una vicenda che mostra l’incapacità dell’uomo del sottosuolo di amare e di essere salvato. La messinscena porta in primo piano temi ancora attuali: il desiderio di isolamento, la sfiducia nel mondo, l’incapacità di aderire a modelli collettivi. Un viaggio nel lato oscuro della coscienza, in un tempo che chiede ancora risposte impossibili.

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