Con “L’imbarazzo dell’infinito”, il teatro esce dai suoi confini abituali e si insinua nelle aree verdi e condominiali, trasformando l’ambiente quotidiano in uno spazio di introspezione e ascolto. Ideato da Officine Papage e interpretato da Marco Pasquinucci, con drammaturgia di Mariagiulia Colace, lo spettacolo si ispira liberamente a “L’uomo bicentenario” di Isaac Asimov, e prende vita in modo del tutto inusuale: si ascolta in cuffia, dallo smartphone, in solitudine. Qui non ci sono sedie né palcoscenico. Lo spettatore cammina, si muove, esplora, guidato da una voce che racconta e si mescola ai suoi pensieri. È un teatro intimo e immateriale, che mette in discussione la presenza fisica dell’attore e chiede a chi ascolta di abbandonarsi, lasciandosi portare in un viaggio sospeso tra realtà, emozione e immaginazione.
