Nel progetto e regia di Alessandro Machìa, con Andrea Tidona, Carolina Vecchia e la voice over di Alessandra Fallucchi, prende vita “Agamennone” di Ghiannis Ritsos, nella traduzione di Nicola Crocetti. Prodotto dalla compagnia Zerkalo, da sempre attenta a una drammaturgia poetica e contemporanea, lo spettacolo offre un’intima rilettura del mito. Il re di Micene non è più il condottiero eroico di Omero, ma un uomo stanco, segnato da dieci anni di guerra, che torna a casa per confessare alla moglie Clitemnestra la verità più difficile: quella su sé stesso. Nel testo di Ritsos, la guerra lascia spazio al dolore, alla memoria, alla consapevolezza della propria vanità. Una tragedia che non si consuma nel palazzo, come in Eschilo, ma si svolge dentro il palazzo e dentro l’uomo, in un monologo di disarmo e lucidità. Un Agamennone capace di vedere sé stesso persino nei passi lenti di una formica: fragile, umano, perduto.
