LA MITE
11 Marzo @ 8:00 - 17:00 CET
Dando voce femminile al carnefice, la sensibilità dell’attrice si immergerà nei labirinti oscuri della sua mente, con un inedito e sconcertante rovesciamento di prospettive e di ruoli.
Ispirato a un caso di cronaca, questo lungo racconto è stato pubblicato dall’autore nel 1876, nel numero di novembre del suo Diario di uno scrittore a cadenza mensile.
L’uomo, quarantuno anni, ex capitano cacciato dal reggimento con l’accusa di viltà e ora titolare di un banco dei pegni, non è un inveterato criminale, ma come l’Uomo del sottosuolo è divorato dalla rabbia e dal rancore. Ha sposato una sedicenne di umili condizioni e la sua avidità senza scrupoli lo ha portato a considerare la moglie solo come una sua proprietà.
Il racconto restituisce con toccante realismo il soliloquio interiore del protagonista che alla fine, tra contraddizioni, accuse rabbiose e false giustificazioni, lo avvicinerà, a poco a poco, alla verità. Un monologo polifonico dove i pensieri diventano un flusso di parole che tentano ostinatamente di indagare un rapporto dominato dal silenzio, usato come arma di potere e di tortura psicologica.
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LA MITE
11 Marzo @ 21:00 - 23:00 CET
Dando voce femminile al carnefice, la sensibilità dell’attrice si immergerà nei labirinti oscuri della sua mente, con un inedito e sconcertante rovesciamento di prospettive e di ruoli.
Ispirato a un caso di cronaca, questo lungo racconto è stato pubblicato dall’autore nel 1876, nel numero di novembre del suo Diario di uno scrittore a cadenza mensile.
L’uomo, quarantuno anni, ex capitano cacciato dal reggimento con l’accusa di viltà e ora titolare di un banco dei pegni, non è un inveterato criminale, ma come l’Uomo del sottosuolo è divorato dalla rabbia e dal rancore. Ha sposato una sedicenne di umili condizioni e la sua avidità senza scrupoli lo ha portato a considerare la moglie solo come una sua proprietà.
Il racconto restituisce con toccante realismo il soliloquio interiore del protagonista che alla fine, tra contraddizioni, accuse rabbiose e false giustificazioni, lo avvicinerà, a poco a poco, alla verità. Un monologo polifonico dove i pensieri diventano un flusso di parole che tentano ostinatamente di indagare un rapporto dominato dal silenzio, usato come arma di potere e di tortura psicologica.
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