Daniel Graves, fondatore e direttore di The Florence Academy of Art a Firenze, disegna e dipinge dal vivo ponendo al centro della sua attività artistica lo studio della figura, con il proposito irrinunciabile di approfondire la tradizione “figurativa” e “umanistica”, sia per quanto riguarda le proprie opere sia nella formazione dei giovani artisti suoi allievi.
In mostra sono esposte 40 opere, quadri a olio e disegni, tra i quali spiccano disegni di grandi dimensioni, paesaggi e ritratti caratterizzati dalla prorompente fisicità dei soggetti rappresentati e dal loro stato d’animo. L’esposizione intende ripercorrere la carriera artistica di Graves dopo quarant’anni di attività a Firenze, a partire dagli anni ’80, quando i primi lavori avevano come soggetto prediletto gli artigiani conosciuti nelle botteghe dell’Oltrarno fiorentino, fino agli anni più recenti, ai disegni e studi preparatori realizzati per la sua opera monumentale più rappresentativa, “Prodigy”, nella quale l’artista illustra il tema a lui carissimo, in quanto educatore, del passaggio delle arti tra maestro e allievo.
Il suo lavoro trae ispirazione da Rembrandt, Tiziano, Velasquez e i pittori accademici francesi. Quando arriva a Firenze, negli anni ’70, Daniel Graves si dedica alla ricerca e allo studio delle tecniche pittoriche dei grandi maestri del passato. Frequenta Villa Schifanoia a San Domenica, studia con Nerina Simi nello studio di Piazza Piave e conosce Pietro Annigoni. A Firenze sviluppa il suo stile personale nel quale fonde la ricchezza della pittura di Simi, Annigoni e dei pittori italiani del XIX secolo con il disegno accademico.
Decide così di stabilirsi a Firenze e nel 1991 inaugura la sua scuola, The Florence Academy of Art, per contribuire a mantenere viva la tradizione figurativa della pittura e della scultura. Oggi la scuola ha tre sedi, a Firenze, Goteborg e New York. I suoi lavori fanno parte di collezioni pubbliche e private in tutto il mondo.
Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, sottolinea quanto sia “sorprendente, oltre che interessante, verificare come l’arte del passato che s’incontra a Firenze possa essere in questi nostri tempi un faro che illumina il cammino del futuro, per definizione oscuro e incerto, specialmente per un artista che ha scelto di operare e di evolversi nella pittura figurativa, praticando il disegno, il chiaroscuro, il colore secondo i codici tradizionali, che gran parte degli artisti del Novecento ha abbandonato e talora ripudiato”.
Daniel Graves afferma che “la mostra all’Accademia delle Arti del Disegno riflette la storia della mia vita e del mio profondo legame con la città di Firenze nella quale ho scelto di vivere tanti anni fa e dalle cui antiche tradizioni artistiche ho tratto profonda ispirazione e autentico insegnamento”.
A corredo della mostra è stato realizzato un catalogo edito da Polistampa con i testi di Cristina Acidini, Gregory Hedberg e Daniel Graves.
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